Il carcinoma epatocellulare o epatocarcinoma è il tumore maligno più frequente che origina nel fegato. Attualmente rappresenta la quinta neoplasia più diffusa al mondo nel sesso maschile e la settima nel sesso femminile, con un picco d’incidenza fra i 50-60 anni di età.
Quali sono i fattori di rischio?
La maggior parte degli HCC insorge su fegati cirrotici. I principali fattori di rischio sono:
Quali sono i sintomi?
Negli stadi iniziali di sviluppo, l’HCC può essere asintomatico poi accrescendosi può causare:
Come si fa la diagnosi?
L’ epatocarcinoma può presentarsi sotto forma di nodulo singolo, noduli multipli o dando un impegno massivo del fegato.
Oggi, grazie ai programmi di screening nei pazienti cirrotici, la diagnosi viene fatta negli stadi inziali di malattia. Oltre all’esame clinico, per fare la diagnosi e stadiare il tumore vengono utilizzate le seguenti indagini strumentali:
Il marker tumorale più utilizzato nella pratica clinica per l’identificazione dell’HCC è l’alfa-fetoproteina (AFP), marker non specifico di HCC, utile soprattutto nello screening delle popolazioni a rischio (pazienti cirrotici) .
Trattamento
I trattamenti dell’HCC comprendono:
La scelta del tipo di trattamento dipende da:
Chirurgia
La resezione epatica, o epatectomia parziale, rappresenta un’opzione valida per i carcinomi in stadio iniziale (nodulo singolo < 5 cm o due noduli < 3cm vicini) che non hanno dato metastasi, linfonodali e/o a distanza, e nei pazienti in cui il restante fegato è funzionante (cirrosi compensata.
Sono controindicazioni a tale tipo di trattamento la presenza di metastasi e la trombosi portale.
L’estensione della resezione dipende dalle dimensioni del tumore, e può estendersi fino all’80% del tessuto epatico.
Trapianto
È il trattamento di scelta per i pazienti affetti da HCC non resecabile o in caso di HCC su cirrosi. Oltre al trattamento radicale della massa neoplastica, consente la rimozione del più grave fattore di rischio rappresentato dalla cirrosi epatica. I criteri di selezione per i pazienti con epatocarcinoma che vengono valutati per il trapianto di fegato sono i Criteri di Milano:
Spesso prima del trapianto possono essere utilizzate altre tecniche per il trattamento del tumore come ponte al trapianto stesso.
Ablazione
Queste tecniche distruggono le cellule neoplastiche nel fegato. Sono trattamenti per controllare la crescita del carcinoma e aumentare la sopravvivenza. Possono essere utilizzate in pazienti in lista d’attesa per il trapianto o per quelli che non possono essere operati o trapiantati.
LE varie tecniche ablative sono:
Embolizzazione o chemoembolizzazione
Questi trattamenti sono indicati per pazienti che non possono essere trattati chirurgicamente o non sono trapiantabili. Sono tecniche endovascolari che prevedono l’inserimento di un catetere solitamente attraverso l’arteria femorale fino all’arteria epatica.
Per l’embolizzazione vengono utilizzate delle particelle che, una volta iniettate nell’arteria epatica afferente al tumore, bloccano temporaneamente o definitivamente il flusso ematico nel vaso.
Per la chemioembolizzazione (TACE) vengono utilizzati dei farmaci chemioterapici che iniettati prima delle particelle che bloccano il flusso ematico, rimangono intrappolati più a lungo nel tumore.
Target therapy o terapia bersaglio
La target therapy approvata per l’HCC è il Sorafenib, un farmaco che appartiene alla classe degli inibitori della crescita tumorale. Questa classe di molecole agisce selettivamente contro le cellule tumorali poiché riconosce alcune proteine che si trovano sulla parete o all’interno della cellula, bloccando in definitiva i meccanismi con i quali le cellule si riproducono.
È indicato nel trattamento degli HCC non resecabili chirurgicamente.
Prognosi
Nei casi non trattati, la prognosi è severa con una sopravvivenza media di 6-20 mesi. In genere l’exitus è determinato dall’insufficienza epatica conseguente alla distruzione da parte del tumore del parenchima epatico circostante.
Nei pazienti sottoposti a trattamento per noduli di diametro inferiore ai 5 cm e cirrosi compensata, la sopravvivenza a 5 anni è del:
Il Dr. Davide Ghinolfi esercita presso l’Unità Operativa di Chirurgia Epatica e del Trapianto di Fegato dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana, leader in Italia nel trapianto di fegato e nella chirurgia epato-biliare.
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